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07/04/2016 News
La riforma del Credito Cooperativo è finalmente legge
Il Credito Cooperativo entra oggi nel suo “terzo tempo”

“Con l’approvazione definitiva della legge di riforma del Credito Cooperativo, il sistema della cooperazione mutualistica di credito, con una storia ultracentenaria alle spalle, entra finalmente in una nuova fase della sua esistenza. Si è completato un percorso lungo, tortuoso e non sempre facile. Ma il risultato finale rispecchia, pressoché nella sua totalità, il progetto di autoriforma che avevamo messo a punto. E di questo risultato dobbiamo essere consapevoli ed orgogliosi”.

Con queste parole il presidente di Federcasse, Alessandro Azzi, ha commentato a caldo l’avvenuta approvazione, nel pomeriggio di mercoledì 6 aprile da parte dell’Aula di Palazzo Madama, del disegno di legge di conversione del Decreto di riforma del Credito Cooperativo italiano, dopo che il testo era già stato approvato dalla Camera il 23 marzo scorso.
“Abbiamo avuto la possibilità - prosegue Azzi - di contribuire a definire l’impianto di una riforma che perseguiva l’obiettivo di una riorganizzazione del Credito Cooperativo per adeguarlo al nuovo e molto più complesso scenario dell’Unione Bancaria, salvaguardandone però le peculiarità distintive. Altre realtà non hanno avuto questa opportunità”.

“Non era scontato che il sistema BCC potesse formulare una propria proposta e concorrere a disegnare un’architettura di integrazione originale, basata su un contratto di coesione dosato in ragione della meritevolezza delle singole banche. Non esisteva alcuna esperienza precedente cui potersi riferire. Oggi possiamo affermare che realmente la definizione di “cooperativo” costituisca una qualificazione distintiva del Gruppo che si andrà a costituire”.

Federcasse, in relazione all’articolato di legge che – grazie all’importante ed attento contributo delle Commissioni parlamentari competenti – ha potuto modificare in molti parti sostanziali il Decreto Legge n.18/2016 approvato dal Consiglio dei Ministri il 10 febbraio, sottolinea come il testo definitivo abbia consentito di migliorare quello originario su alcuni temi chiave, ed in particolare:

  • con riferimento alla clausola di non adesione (o meglio di trasformazione), la formulazione è stata rivista per garantire il rispetto dei princìpi fondanti la mutualità, evitando rischi di eccezioni sul piano della costituzionalità e della coerenza con le normative europee. Inoltre sono state introdotte date di riferimento abbastanza “strette” per definire il perimetro di esercizio di questa opzione;
  • è stata reintrodotta la possibilità, per le BCC aventi sede nelle province autonome di Trento e Bolzano, di costituire autonomi gruppi bancari cooperativi composti unicamente dalle BCC aventi sede e operanti in quegli ambiti territoriali (si tratta della norma atta a recuperare la difesa della “specificità” delle Casse Raiffeisen più volte evidenziata);
  • è stata reintrodotta la previsione relativa al Fondo di sostegno promosso da Federcasse con l’obiettivo di favorire ed accompagnare processi di consolidamento e concentrazione delle BCC. Sarà, questo, uno strumento di carattere temporaneo, che eserciterà la sua funzione nella fase transitoria tra l’approvazione della riforma e l’avvio operativo del Gruppo Bancario Cooperativo, ma assolutamente necessario per gestire le criticità che si dovessero manifestare, visti anche i vincoli posti all’azione svolta fino ad oggi dal Fondo di Garanzia dei Depositanti;
  • sono state corrette incongruenze giuridico/tecniche – legate, ad esempio, al divieto del recesso come anche alla precisazione di alcuni poteri della Capogruppo – che evidenziavano un contrasto con altri principi o disposizioni di legge, relativi anche al perseguimento delle finalità di riforma;
  • sono stati fissati con maggiore chiarezza gli ambiti di competenza del MEF e della Banca d’Italia per la definizione della disciplina.

“Possiamo dire – tiene a precisare ancora il presidente di Federcasse - che si è costruita una cornice di regole adeguata – sul piano normativo e di mercato – a favorire il rafforzamento e la competitività del sistema BCC”.
“Il Credito Cooperativo – prosegue Azzi - entra oggi nel suo “terzo tempo”. Dopo la fase originaria della totale autonomia e quella della “rete”, la coesione-integrata introdotta dalla riforma farà del Credito Cooperativo una realtà protagonista nell’ambito dell’industria bancaria ed un sistema più solido e meglio capace di rispondere alle nuove esigenze di servizio di soci e clienti”.

“Si apre ora la fase, altrettanto determinante, della costruzione concreta del Gruppo Bancario Cooperativo, per la quale sarà centrale il confronto con le BCC e le Federazioni Locali da una parte, e con la Banca Centrale Europea e la Banca d’Italia, dall’altra”.

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